Cosa significa Apprendimento Mediato?
Il tipo di relazione dialogica ed interattiva tra adulto ed allievo, rivolta alla modificabilità, caratterizza la cosiddetta esperienza di apprendimento mediato. Per esempio… imparare da un fornello bollente.
Quando un bambino si scotta un dito con un tegame sul fuoco, imparerà a tenersene lontano anche se non è detto che si verifichi un cambiamento strutturale: il bambino potrà scottarsi ancora con un altro tipo di fornello o con tipi di pentole diverse o con fonti di calore diversi.
Il mediatore (in genere un genitore, un nonno o chiunque insegna al bambino) mostra al bambino la differenza tra caldo – bollente - freddo (comportamento comparativo); nomina gli oggetti (“questo è un oggetto caldo – questo è freddo”); focalizza le relazioni di causa ed effetto (“quando tocchi un oggetto caldo, rischi di farti male”); trattiene l’impulsività (“se vedi una pentola, non toccarla immediatamente ma avvicinala gradualmente per sentire se è calda”), ecc.
Tutto questo succede anche ‘spontaneamente’, ma tendiamo a dimenticare che un mediatore umano è necessario per trasmettere tutti questi aspetti. In questo modo il bambino imparerà a trasformare e generalizzare le esperienze e a creare strutture cognitive. Poi imparerà la differenza tra bollente e caldo, e sarà in grado di proteggersi.
Così si genera un effetto duraturo che trasformerà la sua prossima interazione e il suo prossimo processo di apprendimento. Questo è il tipo di cambiamento che il P.A.S. aiuta produrre, un cambiamento che riflette effetti duraturi a lungo termine, molto oltre al periodo di intervento e ai contesti specifico all’interno del quale è messo in atto.